Affosseranno gli attesi Ordini per le Professioni Sanitarie?
Pubblicato in DDL Lorenzin · 5 Febbraio 2017
[image:image-0]
Gli Ordini, per TUTTE le Professioni Sanitarie che li attendono da anni, andranno a sbattere? Questa la prevedibile, e probabilmente inevitabile, conseguenza del vergognoso inciucio clientelare, grazie al quale sono stati introdotti al Senato, nel DDL Lorenzin , gli artt. 4 e 5 con i quali sono state “inventate”, “per grazia ricevuta” e di sana pianta, le professioni sanitarie di osteopata e chiropratico. Il tutto con una procedura in palese violazione di quanto stabilito, per l’individuazione di nuove professioni sanitarie, dall’art. 5 della legge 43/2006. Inciucio che sembrerebbe orchestrato proprio da quell’ineffabile sen.ce De Biasi (Partito Democratico), che, anche ora, pare volerci confermare nelle nostre convinzioni, visto che non perde occasione, in barba al suo ruolo di Relatrice del DDL, che dovrebbe vederla arbitro “super partes”, cioè neutrale, per ergersi a paladina degli aspiranti alla “grazia ricevuta” (…..a buon rendere, comunque, fra qualche mese).
Ma la “porcata”, (1) (per usare un termine colorito, ma probabilmente appropriato e per altro già sdoganato, dall’on. Calderoli, per descrivere la legge elettorale da lui stesso messa a punto, termine ormai anche accettato nel gergo comune per definire certe scelte politiche, alle quali la Casta ci ha abituato), quando il DDL è passato all’esame della Camera, presso la Commissione Affari Sociali, la “porcata”, dicevamo, si è evidenziata in tutta la sua incongruenza, lacunosità e pericolosità (per i pazienti), determinando, di fatto, una situazione di stallo in Commissione, col più che probabile rischio di una sua decadenza, causa possibili elezioni anticipate, come riportato dall’edizione di quotidianosanità di giovedì 26 gennaio, a firma di Giovanni Rodriguez, che riportiamo:
“Il ‘nodo’ ddl Lorenzin. In ordine di tempo, il ddl Lorenzin sulla riforma degli Ordini e le sperimentazioni cliniche verrà per ultimo. Una scelta dettata anche dalle difficoltà registrate in Commissione Affari sociali sul testo approvato dal Senato. Il percorso si preannuncia tutt’altro che semplice e, al momento, come riferito da fonti parlamentari Pd, una sola cosa sembra certa, il testo subirà delle modifiche: verrà eliminato il riferimento all’aggiornamento dei Lea, ormai superato dall’approvazione del Dpcm, e ci saranno cambiamenti sulle questioni riguardanti gli Ordini e le professioni. I problemi principali, infatti, verterebbero proprio sul riconoscimento di nuove professioni. La questione è stata già affrontata la scorsa settimana in un incontro tra i due presidenti delle commissioni Sanità di Camera e Senato, rispettivamente Mario Marazziti ed Emilia Grazia De Biasi.
Il testo, dunque, difficilmente approderà in Aula prima del prossimo aprile. L’approvazione definitiva del provvedimento dipenderà poi anche dall’odierna sentenza della Consulta sulla legge elettorale, e quindi dalla tempistica del prossimo ritorno alle urne. In caso di elezioni prima dell’estate, infatti, considerando che mancherebbe un ulteriore passaggio parlamentare al Senato dopo le modifiche che verranno apportate a Montecitorio, diventerebbe molto difficile riuscire ad approvare per tempo la riforma.
Ad aumentare le già evidenti perplessità sul testo, da parte di alcuni membri della Commissione Affari Sociali, hanno contribuito anche le Audizioni, che trascriviamo di seguito, tenutesi lo scorso mercoledì 11 gennaio. Audizioni decise in occasione della seduta della Commissione svoltasi il 19 dicembre (vedasi “Ma ci sono o ci fanno?”), nel corso delle quali gli auditi hanno ulteriormente rimarcato tutti gli aspetti negativi dell’intrallazzo.
Nell’occasione sono stati ascoltati, su questi argomenti specifici, il Prof. Giuseppe Novelli, Vicepresidente della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI) e Presidente dell’Osservatorio delle Professioni Sanitarie, l’on. Paola Binetti (Gruppo Misto – UDC), membro della Commissione citata e l’on. Teresa Piccione (Partito Democratico) anch’essa membro della stessa Commissione.
Ecco alcuni interessanti stralci delle loro dichiarazioni.
Riguardo osteopata e chiropratico, il Prof. Novelli sostiene, fra le altre cose, che, COME PRIMA COSA, “…il Ministero della Salute dovrebbe dire CHI E’ il professionista chiropratico e osteopata e COSA DEVE FARE……” e che occorre “lavorare per definire il processo didattico, il profilo per questi laureati”, cosa che “richiede tempo di valutare e analisi” e, di conseguenza, “…auspichiamo che ciò non comporti in alcun modo ritardo per l’istituzione di Ordini e Albi per le 22 professioni sanitarie già esistenti….”. Afferma successivamente, rispondendo a domanda, che “…ci sono 5.000 operatori osteopati; 2.000 con titolo di studio, laurea in medicina o fisioterapia che poi hanno conseguito un Master professionalizzante in varie Università e su questi tutto sommato siamo abbastanza sicuri. Il problema che ci preoccupa riguarda gli altri 3.000, di cui non sappiamo assolutamente niente, cosa sono, cosa fanno, che titolo di studio hanno conseguito. Ecco perché riteniamo importante mettere un po’ d’ordine….ma riteniamo che sia un argomento che non debba in alcun modo adesso rallentare l’operazione delle Professioni che sono già state studiate dal ’94 al ’98, che hanno ricevuto già i rispettivi profili sanitari, cioè le 22 Professioni Sanitarie…” e conseguentemente ecco “…l’idea di riflettere successivamente con questi (osteopati, chiropratici, ecc.) in maniera tale da dare al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR), al Consiglio Universitario Nazionale (CUN), alla Conferenza dei Rettori delle Università Italiana (CRUI) la possibilità di preparare i curricula formativi e didattici, perché ancora non ci sono; qui si rimanda, ma dobbiamo farli e quindi siamo pronti a farli, ma in una fase successiva…”.
Considerazioni più che legittime e assolutamente condivisibili: come si può creare una nuova professione sanitaria e immetterla nel settore, senza che PRIMA siano stati definiti il suo profilo e il suo iter formativo DALLE ISTITUZIONI PREPOSTE DALLA NORMATIVA A FARLO?
L’on. Paola Binetti, che, nel 2014, presentò l’ormai famosa Interrogazione al Ministero della Salute, in cui si richiedeva di chiarire chi avesse titolo ad esercitare osteopatia e chiropratica, Interrogazione alla quale, fuor di metafora, il Ministero rispose “che le attività svolte dall’osteopata e dal chiropratico rientrano nel campo delle attività riservate alle professioni sanitarie”, ratificando quindi, di conseguenza, che chi pratica osteopatia o chiropratica senza essere in possesso di una laurea sanitaria o di un titolo ad essa equipollente, commette reato di “esercizio abusivo di professione sanitaria”; l’on. Binetti che, il 7 luglio 2014, presentò addirittura una Proposta di Legge per l’istituzione della professione di osteopata, pare si sia ora resa conto che la faccenda è più complessa di quanto credeva in un primo momento, visto che, in Audizione, ha avuto modo di dire: “Mi chiedo fino a che punto noi possiamo inserire, in un Disegno di Legge che fa riferimento a professioni che sono vecchie, antiche, strutturate anche legittimamente, professioni che non dico stiano nascendo, però in ogni caso devono fare un percorso che è il percorso principale per quello che riguarda gli osteopati, per esempio, e cioè la definizione del curriculum……tra l’altro loro non sono nemmeno consapevoli del fatto che nel momento in cui vogliono essere inseriti in questo contesto e vogliono contestualmente far parte dei Corsi di Laurea, dovrebbero rinunciare a due terzi delle loro autonomie sul corso, perché nessuno di loro possiede i titoli necessari per garantire questa cosa, con una complessità per altro anche economica, perché questi (i corsi) sono tutti privati…..credo onestamente che ci sia tutta una serie di problemi che è giusto affrontare, che è giusto porsi, ma che in questo momento fanno da freno assoluto a tutta quella che è la chiarificazione che riguarda le altre professioni sanitarie…..è certo che questa è da un lato una delle parti più pasticciate della legge e dall’altro è una delle cose che maggiormente accentua le conflittualità tra le professioni e io credo che è uno dei freni più forti di fatto da portare avanti. E’ un problema che mi dispiace, perché ci troviamo all’ultimo anno della legislatura…..”
Infine, merita una citazione anche l’on. Teresa Piccione, membro della Commissione Affari Sociali e appartenente al Partito Democratico, che, perplessa, arriva a dire: “Sono stata preceduta nella domanda che ha rivolto al Prof. Novelli l’on. Binetti, perchè in effetti nella sua Relazione (quella del Prof. Novelli) parlando delle professioni sanitarie diceva che va bene l’articolo 7, va bene l’articolo 8, però avevo carpito che dimostrava una parte di sue perplessità proprio relativamente alle professioni di osteopata e chiropratico, che lui ravvisava troppo vaghe e che avrebbero bisogno poi di essere ridefinite presso il MIUR e quindi mi chiedevo anche io se, proprio dentro questo Disegno di Legge, noi siamo in condizione di individuare parametri chiari che possano ordinare e ordinamentare queste professioni o no…”.
I nodi sono dunque venuti al pettine?
“…il Ministero della Salute dovrebbe dire CHI E’ il professionista chiropratico e osteopata e COSA DEVE FARE……”
“Ecco perché riteniamo importante mettere un po’ d’ordine….ma riteniamo che sia un argomento che non debba in alcun modo adesso rallentare l’operazione delle Professioni che sono già state studiate dal ’94 al ’98…”
“…l’idea di riflettere successivamente con questi (osteopati, chiropratici, ecc.) in maniera tale da dare al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR), al Consiglio Universitario Nazionale (CUN), alla Conferenza dei Rettori delle Università Italiana (CRUI) la possibilità di preparare i curricula formativi e didattici…”
“Mi chiedo fino a che punto noi possiamo inserire, in un Disegno di Legge che fa riferimento a professioni che sono vecchie, antiche, strutturate anche legittimamente, professioni che non dico stiano nascendo, però in ogni caso devono fare un percorso che è il percorso principale per quello che riguarda gli osteopati, per esempio, e la definizione del curriculum…..”
“…credo onestamente che ci siano tutta una serie di problemi che è giusto affrontare, che è giusto porsi, ma che in questo momento fanno da freno assoluto a tutta quella che è la chiarificazione che riguarda le altre professioni sanitarie…..è certo che questa è da un lato una delle parti più pasticciate della legge e dall’altro è una delle cose che maggiormente accentua le conflittualità tra le professioni….”
“…dimostrava una parte di sue perplessità proprio relativamente alle professioni di osteopata e chiropratico, che lui ravvisava troppo vaghe e che avrebbero bisogno poi di essere ridefinite presso il MIUR e quindi mi chiedevo anche io se, proprio dentro questo Disegno di Legge, noi siamo in condizione di individuare parametri chiari che possano ordinare e ordinamentare queste professioni o no…”
E poi ci sono gli “inciucisti”, gli aspiranti a diventare professione sanitaria “per grazia ricevuta”, che tremano al solo pensiero che il DDL Lorenzin decada con la fine prematura della legislatura o, ancora peggio, recuperi la legalità, escludendoli.
Eccoli allora agitarsi, fare le vittime agli occhi dell’opinione pubblica, accusare i Fisioterapisti per il ritardo nell’approvazione del provvedimento, pubblicare sondaggi da fantascienza (“Osteopatia: 10 milioni di italiani vi ricorrono”), autoreferenziarsi, lamentarsi perché il DDL “…..è fermo alla Camera, dove, invece della valutazione di quanto stabilito dal Senato, sono riprese le audizioni e le verifiche prima di passare al voto…..” (e ci credo che si lamentino, visto come sono andate le Audizioni di cui sopra e cerchino di allontanarne altre!)…..e tentare così di intimidire e condizionare i membri della Commissione Affari Sociali.
Resta da sapere (e da vigilare su) quanto si sono detti, riguardo la situazione di stallo verificatasi sulla questione e sul come uscirne, l’on. Marazziti (Democrazia Solidale – Centro Democratico), Presidente della Commissione Affari Sociali della Camera e la sen. De Biasi, ormai contestatissima Presidente della Commissione Sanità del Senato…perchè le “porcate” potrebbero ancora essere dietro l’angolo.
Se prevalessero il buon senso e la legalità, una soluzione forse ci sarebbe: stralciare dal DDL Lorenzin, come richiesto a gran voce in un Documento non solo dai Fisioterapisti, ma da tutte le Professioni Sanitarie attualmente riconosciute, l’inciucio rappresentato dagli artt. 4 e 5 riguardanti osteopata e chiropratico, rinviando la loro presa in considerazione a tempi e modalità futuri, apportare al DDL le altre (forse poche) modifiche considerate necessarie (vedi ad esempio questione LEA) e rispedirlo poi, blindato (come spesso viene fatto per tanti altri provvedimenti) al Senato per un ultimo veloce passaggio, prima in Commissione Igiene e Sanità e successivamente in Aula, augurandoci (ed augurando alla Casta) che ci sia il tempo necessario per farlo.
Nota (1) – “Porcata”, dalla Treccani: “azione indegna, sleale o poco onesta, spec. a danno d’altri, mascalzonata”.